Presentazione
È con grande piacere che rivolgo a tutti i lettori un particolare saluto nel presentare l’iniziativa artistica e culturale intitolata “Delle perdute cose”, proposta dal concittadino Livio Caruso e che trova realizzazione presso il Municipio di Mossa dal 16 novembre 2018 al 31 gennaio 2019.
Rivolgo un sentito ringraziamento a Livio per l’interessante proposta e per la profonda ricerca che la ha animata, consentendo il raggiungimento non solo di uno speciale percorso espositivo che è messo a disposizione della comunità di Mossa ma anche di una pubblicazione che consentirà ai lettori di approfondire e riflettere sui contenuti e sul messaggio che la mostra vuole trasmettere ai suoi visitatori. Sono altresì grato alla Biblioteca Statale Isontina ed al suo direttore, Marco Menato, per la preziosa e illustre collaborazione con il Comune di Mossa per la realizzazione di questo evento.
Il percorso espositivo, suddiviso in cinque tappe, rappresenta idealmente un cammino attraverso la società contemporanea: non un cammino ordinario, magari svolto da tutti noi mentre, trafelati, corriamo da un ufficio all’altro impegnati a disperdere i nostri pensieri all’interno della rete tramite i nostri smartphone, ma un cammino extra-ordinario, di quelli che richiedono un passo lento e costante, meditato, con la nostra attenzione rivolta a ricercare le particolarità di ciò che ci circonda ed il significato intrinseco che il nostro contorno vuole trasmetterci. Ecco che, per apprezzare al meglio “Delle perdute cose”, serve un impegno superiore, un “andare oltre” le apparenze e la superficialità per leggere fra le righe quello che l’artista ci vuole comunicare.
I contenuti sono pregnanti, intensi ed importanti. Servono a farci riflettere su noi stessi, sulle nostre azioni, su come intendiamo il nostro tempo e su ciò che abbiamo intenzione di fare per il futuro, sia in termini individuali che collettivi. Non mancano, infatti, i riferimenti alla situazione generale delle nostre comunità: la corsa al materialismo ed al consumismo, la tendenza verso il basso della cultura e della conoscenza, il tema delle migrazioni non solo delle persone ma anche del pensiero, il depauperamento della religiosità e la fine della vita terrena. Assolutamente importante, inoltre, l’aspetto del ricordo degli artisti, come Mario Di Iorio, che hanno contribuito ad arricchire la storia culturale del nostro territorio e che conservano importanti legami, affettivi e familiari, con il paese di Mossa.
Il mio augurio è che questo percorso artistico e culturale possa contribuire all’arricchimento della nostra comunità, a sviluppare un rinnovato senso critico e farci apprezzare le piccole cose, semplici e proprio per questo a noi più vicine, in modo tale da farci ritrovare le “cose” che, altrimenti, rischierebbero di andare, irrimediabilmente, perdute.
Andrea Bullitta
Assessore alla Cultura del Comune di Mossa