Di viaggio in viaggio: parole, mappe e suggestioni.
Questa breve presentazione dei contenuti delle bacheche che costituiscono non solo un'appendice ma una parte integrante, non artistica ma letteraria, delle installazioni "Delle perdute rotte" e "Dell'umana conclusione" intende accompagnare il visitatore in un percorso di visione e di lettura, invitandolo ad un successivo "viaggio" individuale in biblioteca per sfogliare i libri esposti e proseguire così nell'intreccio di trame che Livio Caruso propone.
Odisseo: da Troia ad Itaca
Il duplice viaggio di Odisseo, geografico e psicologico, attraverso l'intero Mediterraneo, in pratica tutto il mondo conosciuto, è rappresentato visivamente in una selezione di testi.
Omero. L'Odissea. Traduzione di Ettore Romagnoli; con note di Giovanni Lattanzi. Nuova ed. riveduta e aumentata. (Bologna, Zanichelli, 1936; collocazione Cavazzuti 1778) presenta una mappa con il percorso de Il viaggio di Ulisse, dove la rotta è segnata in rosso a evidenziare il lungo itinerario seguito dal protagonista. Anche le illustrazioni all'interno del volume accompagnano il lettore nei luoghi del poema.
Anche la grafica di altre edizioni mette in risalto il tema del viaggio, come Omero. L'Odissea. Con incisioni di A. De Carolis (Bologna, Zanichelli, 1923; collocazione Collez Fi 2-2 1-2) con i capipagina che raffigurano la barca e la trireme. Da vedere anche Giacomo Etna. Il viaggio di Ulisse. 24 litografie originali di Alfred Hohenegger. (Napoli [etc.], V. Bianco, 1959; collocazione R 12 a 2) con le evocative grafiche dell'artista tedesco.
Le altre edizioni esposte documentano invece alcune delle diverse versioni italiane del testo greco, da Pindemonte (Omero. Odissea nella versione [dal greco] di Ippolito Pindemonte con introduzione e note di Arturo Avelardi. Roma, Cremonese, 1955; collocazione IX i 322) "Musa, quell'uom di multiforme ingegno dimmi, che molto errò", a Rosa Calzecchi Onesti (Omero. Odissea. Prefazione di Fausto Codino; versione di Rosa Calzecchi Onesti. Torino, Einaudi, 1963; collocazione Collez Fo 13-25) "L'uomo ricco d'astuzie raccontami, o Musa, che a lungo errò", a Paduano (Omero. Odissea. A cura di Guido Paduano; illustrazioni di Luigi Mainolfi. Torino, Einaudi, 2010; collocazione Ser 6 i 237) "Raccontami, Musa, dell'uomo versatile che vagò tanto", a Privitera (Omero. Odissea. Volume I (Libri I-IV). Introduzione generale di Alfred Heubeck e Stephanie Wes; testo e commento a cura di Stephanie West; traduzione di G. Aurelio Privitera. Milano, Fondazione Lorenzo Valla, A. Mondadori, 1981; collocazione 81 i 305-1) "Narrami, o Musa, dell'eroe multiforme, che tanto vagò", a cui si è aggiunto un esempio di traduzione in sloveno (Omero. Homerjeva Odiseja: izbrani spevi. Poslovenil Blazij Bevk z uporabo orig. besed. prev. J.H. Voss, A. Kragelja, J.Pindemonte, J. Minckwitz, Freund, itd. 2. popravljena izdaja. V Gorici: Giov. Paternolli, 1913; collocazione Slavica u 579-2).
Dante: da Firenze all'oltretomba
La sezione dedicata a Dante prende a sua volta l'avvio con una mappa, in cui sono collocati i luoghi geografici (la selva oscura, Roma, Parigi, Cadice) ed extraterreni (Inferno e Purgatorio) che permettono di seguire il viaggio di Dante. Sono segnati gli itinerari dei viaggi di Caino, di Adamo espulso dal paradiso terrestre, di Ulisse, delle anime purganti, ma anche le traiettorie della caduta di Lucifero e della discesa di Dio dal cielo in terra. Si tratta della prima tavola (Inferno, Disegno preparatorio a tutta la Divina Comedia demostrante che la Divina Comedia è una sintesi della Bibbia) della raccolta di venticinque tavole annesse a La Divina Comedia di Dante Alighieri col commento cattolico di Luigi Bennassuti. Verona, Civelli, 1864-1868; collocazione Miscell A 53). Altre tavole disegnano il Purgatorio e il Paradiso, ma quella esposta relativa all'Inferno è la più inconsueta e la sola che mostra una rotta.
Tra i numerosi illustratori del poema dantesco si presentano Dorè (Dante Alighieri. La Divina Commedia con le illustrazioni di Gustavo Dorè. Note dai migliori commenti a cura di M. Lepore. Milano, Anonima Edizioni Viola, 1942; collocazione Fi 1-35) e Botticelli (Dante Alighieri. La Divina Commedia; versione con testo a fronte e commento in esperanto di Giovanni Peterlongo; illustrazioni per La Divina Commedia di Sandro Botticelli. Milano, Siei; Firenze, Le Monnier, [1963]; collocazione Fa 1-4 Civ).
Quest'ultima edizione apre anche la strada ad un percorso non solo linguistico, dotto e giocoso al tempo stesso, di traduzioni dell'intera Commedia, dell'Inferno o di alcuni soli canti dall'italiano di Dante in lingue e dialetti legati al nostro territorio: nel friulano goriziano da parte di Rodolfo Carrara (Dante Alighieri. La Divina Commedia. Inferno: Canto I. Versione in vernacolo goriziano di Marmul Guriçan (Dolfo Carrara). s.n.t. (Farra, Cimador), [1959]; collocazione Miscell St Pt u 43 Civ; "A mieza strada da la mé vita") che segue la traduzione di alcuni canti, rimasta inedita, realizzata da Carlo Favetti; nella parlata istriana (Dante Alighieri. Commedia. Inferno / voltato in dialetto istriano da Bruno Crevato Selvaggi. Trieste, a cura dell'Unione degli istriani, 1974; collocazione Fe 2-29 Civ: "Vissù a metà 'l tempo de nostra vita"), in sloveno (Dante Alighieri. Božanska komedija. Prevedel in z opombami ter s spremnimi besedami opremil Andrej Capuder. Trst, Založništvo tržaškega tiska, 1991; collocazione Slavica e 504: "Na sredi našega življenja póta") e in tedesco (Dante Alighieri. Göttliche Kömodie. Üubersetzt und erläutert von Karl Streckfuss. Neu bearbeitet und mit einer historisch-biographischen Einleitung versehen von Otto Roquette. Ester Bandi. Die Holle. Das Fegefeuer. Stuttgart, Gotta'sche; Kroner, [1882]; collocazione Ottocento o 519-1: "Auf halbem Weg des Menschenlebens fand").
Collegata alla tradizione culturale e dell'arte tipografica locale è anche la splendida edizione dedicata a Dante nel 1921 dal goriziano Alojzij Res, proposta nelle due versioni, slovena e italiana (Dante: 1321-1921: izdal in uredil Alojzij Res. Ob šeststoletnici smrti velikega genija. Ljubljana, Kleinmayr - Bamberg, 1921; collocazione Slavica e 54 e Dante: raccolta di studi a cura di Alojzij Res. Per il secentenario della morte di Dante: 1321-1921. [Con saggi di Gaetano Salvemini ... et al.]. Gorizia, Paternolli, 1921 (stampa 1923); collocazione Fe 1-33 Civ), quest'ultima con le suggestive tavole illustrate dall'artista croato Mirko Rački.
Michelstaedter: da una vita all'altra
Un altro genere di viaggio è quello compiuto da Carlo Michelstaedter: un percorso verso la morte, che ci conduce all'installazione finale "Dell'umana conclusione". Un personaggio, Michelstaedter, da cui nel nostro territorio è impossibile prescindere trattando del tema della morte scelta.
In questo momento, quando la recentissima scoperta di alcuni titoli della sua biblioteca ha aperto nuove interpretazioni sulle motivazioni del suo suicidio, si propongono tra i documenti esposti alcuni brani di un romanzo incompiuto (e ritengo destinato a rimanere tale) su Michelstaedter intitolato La persuasione regalata. Non si tratta di un contributo al dibattito (le ragioni di un gesto così personale ed estremo come il suicidio restano insondabili e molteplici), ma di una mera proposta per una possibile ipotetica chiave di lettura, che l'amico Livio Caruso ha ritenuto in qualche modo collegabile al suo progetto - cosa di cui gli sono grata.
Fantasia ed empatia hanno concorso a immaginare le riflessioni di Carlo a proposito di altri suicidi di giovani goriziani, tappe di un itinerario destinato a portarlo alla sua scelta finale e fortemente segnato anche dai suicidi dell'amica-amata Nadia Baraden, della cugina Ada Luzzatto Coen e del fratello Gino, che appaiono nel contesto narrativo ma che non vengono descritti. I fatti di cronaca riferiti sono reali e documentati, mentre le osservazioni di Carlo e la causa ultima della sua decisione sono ovviamente una libera interpretazione di chi scrive.
Suicidio come atto d'amore, morte vissuta come assenza di dolore per i propri cari, la "persuasione" offerta in dono a chi invece avrebbe preferito continuare ad avere la presenza di Carlo nonostante dispiaceri e incomprensioni. D'altronde ne Il canto delle crisalidi troviamo affermato il concetto che "vita / sarà la nostra morte"...
Vita, morte,
la vita nella morte;
morte, vita,
la morte nella vita.
Noi col filo
col filo della vita
nostra sorte
filammo a questa morte.
E più forte
è il sogno della vita -
se la morte
a vivere ci aita
ma la vita
la vita non è vita
se la morte
la morte è nella vita
e la morte
morte non è finita
se più forte
per lei vive la vita.
Ma se vita
sarà la nostra morte
nella vita
viviam solo la morte
morte, vita,
la morte nella vita -
vita, morte,
la vita nella morte.-
Le pagine da cui sono tratti questi brani raccontano emotivamente Carlo Michelstaedter e sono rimaste a lungo chiuse nel mio cassetto, parte delle "perdute cose" ritrovate in questa occasione e a loro volta viaggio sulle tracce di Carlo per costruire l'intelaiatura storica su cui tessere la trama romanzesca.
Antonella Gallarotti